Nel cuore di Roma, la Cooperativa Sociale Integrata Passepartout porta avanti dal 1999 un modello innovativo di inclusione sociale attraverso l’arte e la cultura. Coniugando percorsi terapeutico-riabilitativi con l’impegno nel mondo cinematografico e teatrale, Passepartout si distingue per la sua capacità di creare spazi di espressione e partecipazione, diventando un punto di riferimento per il territorio.
Passepartout gestisce i laboratori artistici di due Centri Diurni della ASL RM1, “La Voce della Luna” e “Valle Aurelia”, e si occupa di progetti culturali rivolti a persone con fragilità, promuovendone l’inserimento nel mondo del lavoro.
Uno dei punti di forza della cooperativa è il teatro sociale, con un laboratorio aperto a persone di ogni provenienza ed età. Qui il teatro diventa un mezzo per esplorare la realtà, raccontare esperienze e sperimentare modalità narrative innovative, favorendo l’incontro e il confronto tra esperienze diverse.
Accanto al teatro, Passepartout sta sviluppando una biblioteca di quartiere a Casal Bertone, offrendo uno spazio di studio, confronto e formazione per giovani e studiosi, rispondendo a un bisogno culturale della comunità locale.
Il 2025 sarà un anno ricco di iniziative per Passepartout. Tra gli eventi già in programma:
🎭 Tre repliche dello spettacolo “Atti Gratuiti”, due a Roma e una a Lecce.
🎨 Partecipazione alla mostra "LEARNING INTENTIONS / LEARNING IN TENSIONS" il 5 e 6 marzo a Lecce, con la compagnia teatrale Nontantoprecisi e la performance “Manifesto Brutal”.
📚 Apertura ufficiale della biblioteca di Casal Bertone, un progetto nato dai pazienti della cooperativa per offrire alla cittadinanza un luogo di cultura e crescita.
Attraverso questi eventi, Passepartout continua a rafforzare il senso di comunità e a promuovere il benessere attraverso l’arte e la cultura, creando opportunità di espressione e partecipazione per tutti.
Affascinati dal loro impegno e dalla loro visione, abbiamo voluto approfondire la conoscenza di Passepartout ponendo loro alcune domande.
C’è un aneddoto curioso o significativo legato alla vostra Associazione?
Eravamo a Parigi per uno spettacolo teatrale dei Nontantoprecisi, la compagnia teatrale della cooperativa Passepartout. Lo spettacolo si era tenuto la sera prima, la mattina dopo, ebbri di felicità ci aggiravamo per un quartiere della città quando ci accorgiamo che uno degli attori mancava all’appello. Senza cellulare, senza riferimenti. Panico! La compagnia tutta si comincia ad agitare ci sparpagliamo per il quartiere alla ricerca di Luigi. Ad un certo punto, dopo circa un paio d’ore vissute da tutti in piena angoscia passa una banda musicale che stava festeggiando il patrono del quartiere. Con nostro stupore, meraviglia, sgomento ed immensa gioia vediamo che Luigi marcia con la banda suonando la tuba. Ovviamente Luigi non aveva mai suonato uno strumento né conosceva una parola di francese. Ciononostante, fu assoldato dalla banda!
Quale attività della vostra Associazione ha avuto il maggior impatto sulle persone?
Il teatro. Infatti, la scena è il luogo nel quale si incontrano i corpi più differenti, le alterità più distanti. I movimenti scenici, i dialoghi non sono realizzati alla ricerca di incontro tra le persone ma alla scoperta della differenza comune.
C’è una storia o un’esperienza particolare che vi ha colpito nel vostro lavoro?
Oltre a numerosi spettacoli che sono sempre un’importante esperienza, ci ha molto colpito il lavoro svolto al museo delle civiltà. un folto gruppo di curatori museali di tutta Europa, di artisti di tutto il mondo hanno partecipato al laboratorio organizzato da Passepartout. La scoperta che artisti affermati, uomini e donne di alta responsabilità culturale potessero godere e immergersi nel lavoro teatrale condotto da pazienti psichiatrici ci ha mostrato ancora una volta come i ruoli nell’ambito artistico si capovolgono, si trasformano; il basso diventa alto, il servo diventa padrone.
Qual è un aspetto insolito o poco conosciuto della vostra attività?
L’unione “naturale” tra studenti, operatori, pazienti psichiatrici, semplici avventori nella quale cadono le etichette facendo emergere il vuoto sorgivo della mera differenza. Questo è il tratto caratteristico dei laboratori organizzati dalla Passepartout.
Come possono le persone contribuire o partecipare attivamente alle vostre iniziative?
Per noi la presenza fisica e reale è prioritaria. Ovviamente usiamo canali social per tenere informate le persone interessate a partecipare, ciononostante preferiamo avere un contatto diretto, de visu.