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Torna la manifestazione "Musica in Ospedale" all'Ospedale Misericordia, curata dall'Associazione "A.Gi.Mus. Grosseto", per allietare i pazienti ricoverati e portare avanti la funzione terapeutica della musica.

Domenica 19 Novembre 2023 alle 11, nell’ospedale "Misericordia" ci sarà il concerto dell’Ensemble Arkattak, una formazione modulare che spazia dalle performance per strumento solo alla piccola orchestra da camera, passando per il quartetto d’archi e il quartetto di violoncelli. In questo articolo de La Nazione, tutti gli approfondimenti!

A.Gi.Mus. Grosseto tornerà a portare bella musica in ospedale anche il 21 Dicembre 2023 e l'8 Febbraio 2024 🎼

La riscoperta del passato per migliorare gli ambienti di cura di domani è al centro del Convegno Nazionale “Giardini terapeutici: dagli Horti Simplicium agli Healing Gardens” organizzato dall’Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani – ACOSI.

Il convegno si rivolge a professionisti (come medici, psichiatri, terapisti, progettisti, architetti, agronomi, botanici), e considerato che il tema è di attualità, l'incontro è inoltre aperto anche al pubblico più ampio di appassionati e curiosi.

Al termine dell'evento è previsto un percorso storico - culturale con visita guidata agli spazi storici e alle collezioni ospedaliere del Policlinico di Milano.

La partecipazione è gratuita, con prenotazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Qui per scaricare il programma

Il Dottor Emilio Bombardieri, Direttore scientifico di di Humanitas Gavazzeni Bergamo, si chiede se in questo contesto dominato da una medicina tecnologica e informatica venga presa in considerazione anche la vita interiore del paziente,il suo rapporto con la malattia, con i familiari e con l’ambiente e la relazione del malato con i professionisti che si occupano di lui.  Si tratta di quello spazio che opportuno dedicare all’umanesimo, o più specificamente alle Medical Humanities.

"...Questo modo di approcciare la medicina fa sì che la raccolta dei dati non rimanga soltanto una analisi di tipo quantitativo/ statistico (indispensabile per costruire una dimensione scientifica inoppugnabile), ma diventi anche la registrazione del vissuto del paziente e, pertanto, si instauri uno scambio con il modo di sentire e di essere del sanitario, il quale può modulare il suo approccio con la risposta del malato, riflettendo sulla sua esperienza. E il paziente si trova a vivere la malattia non soltanto in funzione della patologia, dei suoi sintomi e delle medicine, ma anche per quanto vede, sente e condivide intorno a lui e con chi è con lui", afferma il Dottor Bombardieri in una intervista che potrete trovare integralmente su MedicinaNarrrativa.eu

Grazie a una collaborazione tra il Comune di La Spezia e la libreria Giunti al Punto, una piccola bibliotechina è ora presente nella sala d'attesa della Neuropsichiatria Infantile dell'ASL5: l'obiettivo è quello di diffondere il potere delle favole e dei libri come strumenti di crescita e socializzazione per i bambini affetti da autismo, come strumenti terapeutici che offrono loro un'opportunità di crescita e sviluppo in un ambiente inclusivo.

Un esperimento dimostra che anche piccoli gesti, come l'istituzione di una bibliotechina, possono avere un impatto positivo significativo sulla vita di questi piccoli pazienti: più informazioni in questo articolo del Quotidiano dei Bambini

Ben 37 centri oftalmologici di cura coinvolti in tutta Italia, tra cui San Raffaele e Sacco di Milano, Spedali Civili di Brescia, Policlinico Gemelli, Umberto I di Roma, e Federico II di Napoli e oltre 300 le narrazioni raccolte con il “Progetto DINAMO”, la prima ricerca nazionale di medicina narrativa dedicata alla Dry Eye Disease e una vasta operazione di ascolto ha consentito di dare voce ai pazienti, ai loro caregiver e ai medici, mettendo così a fuoco vissuti di sofferenza e frustrazione, di difficile confronto con la cronicità dei sintomi, snervante ricerca della diagnosi e delle terapie corrette, sensibile modificazione delle routine quotidiane, sia nella dimensione professionale sia in quella relazionale, fino a esperienze di vera e propria invalidità: ce ne parla qui Eleonora Marini su la Voce dei Medici

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